Il segretario generale della Cgil commenta le ultime concitate ore vissute dalla politica e la maggioranza risicata che ieri ha dato la fiducia al governo. Ora è tempo di scelte – dice – altrimenti questo esecutivo non avrà futuro
È arrivato di prima mattina ad Agorà, trasmissione in onda su RaiTre, il commento di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, alle ultime concitate ore che ha vissuto la politica e alla maggioranza risicata che ieri ha dato la fiducia al governo Conte. “Prendo atto che ci sono un governo e una maggioranza, con le debolezze che hanno, ma il mese di gennaio è il mese in cui fare le scelte e coinvolgere le parti sociali e il Paese, o fa queste cose o non ha futuro” “Dopo la crisi politica i costruttori vanno cercati nel Paese. Mi aspetto che il governo convochi le parti sociali e si inizi il lavoro che in questi mesi si è bloccato”. A chi gli citava i ringraziamenti rivolti al sindacato dal premier nel corso della sua relazione in aula, Landini ha risposto: “i ringraziamenti ci hanno fatto piacere, ma vorremmo essere convocati. Dai ringraziamenti si passi ai fatti”.
Entrando nel merito e rispondendo alle domande di Lucia Annunziata in collegamento, Landini ha difeso i risultati raggiunti dalle confederazioni in questi mesi, a partire dal protocollo sulla sicurezza dei lavoratori, scritto in 18 ore, un testo che ha permesso che il Paese portasse avanti le attività essenziali da subito evitando rischi per la salute. Dalla misura del blocco dei licenziamenti unica in Europa. Sulla questione di prorogarne la scadenza oltre il 31 di marzo, ricorda l’incontro avuto con la ministra del Lavoro Catalfo venerdì scorso, nel quale hanno chiesto che si vada oltre quella data, visto che il comitato tecnico e scientifico ha indicato come possibile termine dell’emergenza il mese di luglio. “Ma come abbiamo sempre detto, il blocco non è la soluzione di tutti i problemi, ci vuole una riforma degli ammortizzatori sociali, in cui si punti di più sui contratti di solidarietà”. Per il leader della Cgil ci vogliono investimenti e, cosa centrale adesso, “chiediamo che si avvii un confronto di merito sulle scelte del Recovery plan, subito, a partire da domani. I costruttori vanno ricercati nel Paese, dove sono”. Nello specifico, per difendere i precari, i sindacati hanno chiesto da novembre che si vada verso un sistema universale di ammortizzatori sociali che riguardi tutto il lavoro e le imprese.
“È arrivato, per il nostro Paese, il momento di fare sistema, quello che non ha mai fatto”, ha detto Landini.