Lavoratori, il green pass sarà obbligatorio. Sindacati: tamponi gratuiti

Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini dopo il vertice a Palazzo Chigi: “Abbiamo chiesto al governo di inserire la gratuità nel provvedimento: non si può pagare per andare a lavorare. La strada migliore è l’obbligo vaccinale, ma l’esecutivo non prevede questa scelta”

“Abbiamo ribadito al governo che la strada migliore è arrivare a un provvedimento legislativo di obbligo vaccinale, così come prevede la Costituzione e come impone la situazione sanitaria che stiamo vivendo”. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dopo l’incontro tra i sindacati e il premier Mario Draghi, che si è svolto a Palazzo Chigi. “Stiamo stati informati che la discussione nell’esecutivo per ora non prevede questa scelta, se non per alcune attività che l’hanno già resa obbligatoria, come la sanità”.

L’esecutivo, prosegue il leader di Corso d’italia, “intende obbligatorio il green pass per tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati. Per ora, vista la necessità dei tamponi, noi abbiamo ribadito che devono essere gratuiti, le persone non possono pagare per lavorare: perché di questo si tratta, lavoro, non è un tampone per andare al cinema o allo stadio. Non chiediamo la gratuità per tutti, naturalmente, ma chi si reca nel luogo di lavoro non va messo nella condizione di pagare”.

“Visto che l’emergenza dura fino a fine anno – dunque -, abbiamo chiesto al governo che nel provvedimento ci sia la possibilità del tampone gratis per il mondo del lavoro, una misura che possa avere anche carattere temporaneo, legata all’entrata in vigore del nuovo regime. Se non c’è obbligo vaccinale, ma la richiesta di consenso, allora gli strumenti non si possono pagare”.

Cgil, Cisl e Uil sono impegnati in una grande campagna d’informazione, ricorda Landini, “affinché le persone si vaccinino: è questo l’unico strumento efficace per sconfiggere il virus”. Da parte sua, Palazzo Chigi ” ci ha ringraziato del confronto, non ha dato risposte sul provvedimento definitivo: ci auguriamo che recepiscano le nostre osservazioni”.

Non solo di questo si è parlato nella riunione.  “Il problema del trattamento economico in quarantena deve essere risolto – continua il segretario -, perché non è accettabile non venga pagato”. Poi “c’è bisogno di un confronto anche sulle morti sul lavoro, dopo tre decessi avvenuti anche oggi. Inoltre, sulle scelte che il governo farà in legge di bilancio, su pensioni e ammortizzatori, vogliamo la possibilità di discuterle. Comprese le nuove politiche industriali, che siano degne di questo nome, e gli investimenti da fare sul Pnr.. Servono sedi di confronto su tutte queste materie”, conclude. 

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