Crolla l’occupazione, rischio bomba sociale

I numeri drammatici confermano l’emorragia di posti. 101 mila lavoratori in meno, di cui 99 mila donne. La Cgil lancia l’allarme e chiede misure urgenti per evitare il peggio: non si può costruire la ripresa sulle macerie

L’Istat certifica 101 mila i posti di lavoro persi a dicembre, la Cgil chiede misure immediate per evitare il rischio di una bomba sociale. L’Istituto di statistica ha pubblicato i dati secondo i quali a dicembre l’occupazione diminuisce dello 0,4% su novembre. Ad aver perso il lavoro 101 mila persone, di cui 99 mila donne, con un incremento di disoccupati e inattivi. In un anno si registrano 444 mila occupati in meno (-1,9%). Il tasso di disoccupazione sale quindi a dicembre al 9,0% come dato generale, con un’impennata per i giovani con un 29,7%.  

La segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti sottolinea che, seppure i dati non sorprendano, “evidenziano però un rischio sempre più imminente: se a primavera non verrà prorogato il blocco dei licenziamenti saremo di fronte a una vera e propria bomba sociale”. “Donne, giovani, lavoratori autonomi – prosegue la dirigente sindacale – hanno già pagato un prezzo altissimo, destinato a salire qualora non si mettano in campo strumenti straordinari e innovativi per governare la fase di transizione che verrà determinata dall’onda lunga della crisi”. 

Il sindacato torna a chiedere quindi “di riformare subito il sistema di protezioni sociali” rilanciando anche “il contratto di solidarietà difensiva e creare un sistema universale di sostegno al reddito che non lasci indietro nessuno, a partire dai lavoratori con contratti precari e discontinui”.

Scacchetti ricorda che “la proroga del blocco dei licenziamenti serve a garantire le condizioni per individuare in modo condiviso soluzioni e interventi capaci di evitare un impatto sociale che rischia di essere drammatico”. “Come da noi proposto anche nelle audizioni sul Recovery plan – conclude – occorre un piano straordinario di investimenti che abbiano come obiettivo principale la creazione di nuova occupazione. Non si può costruire la ripresa sulle macerie del lavoro”.

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